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Nei primi anni del Cinquecento iniziano a diffondersi in Italia opuscoli dal singolare contenuto: trucchi di prestigio e illusionismo, giochi di carte e di abilità ed esempi di magia naturale. Si tratta di una prerogativa tutta peninsulare, che trova consensi e apprezzamenti nel corso del secolo in Francia e in Inghilterra, dove i libretti sono tradotti o imitati. Nel volume si tenta di offrire un panorama di questo particolare tipo di editoria, popolare soltanto in parte, essendo i contenuti anche di illustre ascendenza. Uno dei tanti libretti di mano censiti - l'Opera nuova - viene attribuito a un personaggio tanto allora celebre quanto oggi dimenticato, lo spagnolo Joan Dalmao, prestigiatore al séguito di Carlo V, che, nei soggiorni finora noti presso le corti d'Europa, incantò il pubblico con i suoi trucchi, all'epoca così stupefacenti da essere ritenuti opera del demonio e da costare quasi la vita all'illusionista. In appendice al volume si possono leggere alcuni esempi di libretti di destrezza e di carte che permettono di seguire l'evoluzione dei giochi di prestigio dal Cinquecento al Settecento.